Halloween, per quanto divertente e “libera” nelle sua formula di richiamo pagano, è una tradizione che qui in Italia è troppo recente perché io possa considerarla come prima associazione a questi giorni.
Quando arriva il periodo di fine ottobre e inizio novembre, regolarmente la mia memoria e la mia mente corrono all’idea di Ognissanti, che pur essendo una festa cristiana di stampo… triste (ed ovviamente è nata come sostituzione dei riti pagani, ma questo è un altro discorso) ha sempre avuto un piacevole spazio nei miei pensieri. Un po’ per la memoria di quando da bambini si andava tutti dalla mia nonna materna, e c’era mio zio che faceva le caldarroste in una padella vecchia chissà quanto… ah, ma divago troppo :)
Il motivo per cui questa ricorrenza mi piace così tanto è abbastanza curioso: la messa al cimitero. Normalmente, non sono proprio entusiasta delle celebrazioni, dato il mio gioioso agnosticismo, e le considero tempo perso in salmodianti e stantii rituali di futilità estrema.
Però, la messa di ognissanti è diversa: si celebra nel cimitero, con le famiglie davanti alle tombe degli antenati… e in sé questo non la rende poi così attrattiva. Però, nel mio caso, c’è un dato importante: la posizione del camposanto.
Infatti, è stato edificato nel posto con la visuale migliore di tutto il paese, e si possono vedere con chiarezza tutte le montagne che circondano la piccola valle alpina. E siccome da parecchi anni a questa parte il tempo ci grazia di splendide giornate autunnali in occasione della festa, con quel meraviglioso tepore che solo questo periodo può offrire (ma se si sta all’ombra, che è novembre si nota!), è l’occasione fantastica di perdersi per un’ora nel guardare il circondario dei boschi, e dei monti, e sono immagini di rara bellezza.
Il verde delle conifere in quota che scendendo si mischia ai rossi e ai gialli, la ruggine dell’autunno delle foglie di faggi e noccioli, colori così vividi sotto un cielo terso, inframmezzati da rocce e altri sempreverdi che lottano per un po’ di spazio. E senti che l’estate se n’è andata, e c’è un po’ della tristezza dolce del sapere che a breve si assopiranno gli alberi e gli animali che andranno in letargo, e arriverà un nuovo inverno, ma è un pensiero distante di fondo, e solo la maestosità del momento e della potenza dei colori conta: e non si può restarsene che rapiti.
E tu amore mio che stai leggendo queste righe, ecco volevo dirti che hai la stessa… spaventosa bellezza dei boschi e delle montagne del primo novembre. Spaventosa non certo perché faccia paura, ma… meravigliosa, non saprei? Gli inglesi hanno il termine perfetto per descrivere questo termine, “awe”. E io amore, quando ti vedo, nella tua bellezza misteriosa e avvolgente, con un fondo di malinconia che aggiunge una dolcezza che ti strappa il cuore e fa venir voglia di stringerti, sento che… I look at you in awe, e che potrei non distaccare più gli occhi e perdermi, e che ne vale la pena.
Quest’anno per motivi logistici non potrò essere alla messa, e per motivi infermieristici :) ancora per qualche tempo non potrò nemmeno vederti dal vivo, e quindi è un ognissanti un po’ più triste… ma ci sarà il giorno in cui ti potrò portare a vedere la zona di questo mio piccolo cimitero tra le montagne in questo periodo dell’anno, e potrai vedere anche tu qual è la sensazione che mi prende… per quanto probabilmente con te al mio fianco, anche i boschi perderanno attrattiva, perché il centro della bellezza universale l’avrei vicino.
E mi volterò a sorriderti, e resteremo abbracciati al tiepido sole autunnale, e non ci sarà niente altro.
Love you. :*
domenica 1 novembre 2009
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