venerdì 28 aprile 2006

La misura dei campi con l'Unico Anello ed un'antologia

Segue dal post precedente, a completare la trilogia, cambiando un po' bersaglio.
La leggenda vuole che negli anni 60 un fan del Signore degli Anelli abbia scritto a J.R.R. Tolkien, dicendogli "l'anello è una chiara metafora della tecnologia, dobbiamo liberarcene perché è pericolosa". Al che Tolkien rispose che l'Unico Anello nelle sue intenzioni non rappresentava per niente la tecnologia, non era mai stata questa la sua idea. Controrisposta del fan: non importa quello che dici tu, l'Unico Anello è la tecnologia.
Questo per dire che in un'opera ognuno ci trova il significato che vuole, e che magari è decisamente diverso da quello che l'autore voleva dire (sempre che avesse voluto dire qualcosa).
La spiegazione di libri o poesie da parte di curatori, antologisti o chi per loro è opinabile, ed è (secondo me) una cazzata spaventosa spacciare le loro opinioni come verità assolute nelle scuole. Si può certo farle conoscere, ma non come un'imposizione, piuttosto come uno sprone ai ragazzi per confrontare l'EVENTUALE propria impressione con quella degli studiosi. Invece quello che fanno quasi tutti gli insegnanti, a parte qualche illuminato, è dire "Ungaretti voleva dire questo", e poi volere sentirselo ripetere all'interrogazione, senza sondare minimamente un'opinione personale del ragazzo sotto torchio.
Esempio pratico. In seconda media, il mio compianto professore di italiano, che pure era uno degli illuminati di cui sopra, ci fece studiare (a memoria) la straordinaria "Solo et pensoso" di Francesco Petrarca. La poesia è riportata sotto. Comunque, il commentatore della mia antologia, con una spocchia di rara intensità, asseriva che con l'ultima terzina Petrarca voleva dire che sentiva sempre il conforto dell'amore (anche se negato) anche nei posti più desolati. Io, all'epoca decisamente distante dalla tematica, ho studiato e ripetuto questa versione.
Quand'ecco che neanche un paio d'anni dopo quella che era la biondina del banco davanti al mio, passata incredibilmente al rango di morosa, decise di mollarmi. Capita, a neanche quindici anni (e non solo), ma quella era la mia prima grossa delusione. Mi sembra di ricordare.
Così, mi ci ritrovai davvero solo e pensoso a misurare i più deserti campi. E l'idea base era quella di sfuggire anche all'amore, non solo alle genti. Così ho capito che quello che aveva detto quel critico secondo me è una cagata pazzesca.
L'ultima riga, per me (e sospetto anche per il buon Petrarca, ma mi guardo bene da dire che questo DEVE essere il messaggio della poesia) è un urlo. Di dolore prima, e di rabbia, per non riuscire a liberarsi del ragionare con l'amore. Consolazione un cazzo! Non riesco a trovare la pace dell'anima, perché l'amore viene ragionando con meco, et io co llui. Vattene, e lasciami libero da questo peso. Non è un conforto. Voglio solo pace nell'anima, e ciò che viene ragionando con meco invece me la lacera come un machete.
Da allora ho imparato che il messaggio - se c'è - è nell'occhio di chi guarda. E fanculo agli antologisti.

XXXV - Solo et pensoso

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.




Commenti originali

  • ..scusa ogni tanto faccio confusione anch'io con i miei due alias, il mio nome comunque e' Daniela e mi diletto anch'io a scrivere :
    http://internauta.blog.tiscali.it/wh2562670/
    ps.
    questo e' solo un assaggio del titolo e della prefazione.
    postato da Dany & Dada il 28/04/2006 21:02

  • La rabbia genera odio...
    Il mio odio è saggio almeno quanto l'amore del mio cuore...
    Indipercui non è l'odioa gestire me ma io che gestisco l'odio...
    E costruisco comunque indipendentemente dalla gente del cazzo che esiste...
    un bacino
    postato da frakkola il 01/05/2006 03:58

  • ..ti offro uno spunto anch'io !
    postato da dada il 28/04/2006 15:57

  • dimenticavo: se ti iscrivi alla gara nel deserto faccelo sapere, vedremo di mettere insieme un gruppetto di sostegno a fare il tifo!
    ciao
    postato da sempreio il 29/04/2006 09:35

  • Chi è geloso di chi? Mi divido in parti uguali, no problem. Buona giornata all'occhio (anche lui il terzo... triangoli?... mah... che mattinata a luci rosse mi si presenta)
    postato da salem il 03/05/2006 10:55

  • io penultimo la interpreto cosi l'ultima terzina:l'amore se forte ma forte ....viaggia con noi anche quando la via cioè il rapporto di coppia diventa sofferente doloroso ma vivo perchè c'è lui dentro di me l'amore!
    postato da iris_m il 28/04/2006 18:51

  • Non ricordavo questa bella poesia,sarà perchè ho rimosso i ricordi scolastici.Comunque sono pienamente d'accordo con te,non si può dare un'interpretazione di valenza assoluta e oggettiva a qualcosa di soggettivo come un pensiero espresso in una poesia.Buon fine settimana.
    postato da sugarcim il 29/04/2006 12:07

  • Sperando di non incorrere nei soliti strali di quella strega della strega Salem. Ho riletto diverse volte l'ultima terzina e non riesco proprio a capire che cosa diavolo voglia dire (forse sono stato intontito da qualche pezzo country che sto ascoltando, in questo caso "Stand by your man" di Tammy Wynette, cioè la canzone che i Blues Brothers prendevano in giro, ve la consiglio se vi sentite in vena di malinconici romnaticismi).
    L'idea generale è che nella poesia Petrarca non trovi nessun conforto nell'amore. anzi proprio per il pudore di non mostrare il tormento che lo scuote dentro evita i suoi simili standosene solo et pensoso. L'ultima terzina propria non mi è chiara.
    postato da penultimo il 28/04/2006 15:15

  • .. e di quello dei ghiacci (sempre di Dan Brown)cosa ne pensi ?
    postato da dada il 28/04/2006 20:58

  • bella non la ricordavo che a tratti. Ripeto quel che ho detto, ognuno assorba quello che più gli serve in quel momento dalla lettura.
    Penultimo??? Attento... ti vedo. Potrei tramutare la tua musica country in Anathema (vatteli a sentire).
    Orso??? cosa prevede il tuo terzo occhio x oggi?
    postato da salem il 30/04/2006 11:49

  • poesia troppo impegnativa per le mie meningi. ma di una cosa sono certa: eri così amareggiato dalla biondina che sicuramente è un urlo di dolore, anzi lo sento anch'io...
    devo ancora incontrare un professore modesto e accondiscendente nei confronti delle opinioni altrui, e ne vedo quasi tutti i giorni. un professore nasce e muore tale. mi raccomando, non farne parola ;-)
    lo sai che io alla tua età non ero capace di nuotare come si deve? ora, con l'aiuto dei miei figli, mi tuffo e faccio snorking... se vuoi puoi.
    ciao, buon week!
    postato da sempreio il 28/04/2006 23:03

  • sì... ma direi la stessa cosa per i proff di storia dell'arte... e se le mie sensazioni sull'opera fossero diverse? e se l'artista poi ne avesse altre di diverse ancora? ognuno ha la sua sensibilità artistica...
    ah... splendido libro...
    un Anello per domarli
    un Anello per trovarli,
    un Anello per ghermirli e
    nell'oscurità incatenarli
    postato da ivy phoenix il 03/05/2006 10:00

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